Il dato che più spicca nella relazione INAIL relativa all'andamento degli infortuni nell'anno 2016 è il calo del 14% su base quinquennale nelle denunce di infortuni sul lavoro.
Meno morti sul lavoro nel 2016: secondo la Relazione annuale INAIL 2016, «gli infortuni accertati “sul lavoro” sono 618», di cui 332, il 54% “fuori dall'azienda”.
Sono circa 419.000 gli infortuni sul lavoro riconosciuti nel 2016, dei quali il 19% considerati in itinere (vale a dire avvenuto andando e tornando dal lavoro: per solito, dunque, incidente stradale). Mentre tale dato non fa registrare alcuna rilevante variazione rispetto all'anno precedente – ferma restando, come visto, la netta flessione verso il 2012 –, ben diverso è l'andamento dello specifico dato relativo ai sinistri mortali: 1.104 denunce contro le 1.286 del 2015, con un'incoraggiante flessione che si attesta sul meno 14,6%.
Attenzione, però. Nel quadro dei sinistri mortali è sempre rilevante l'incidenza di quelli stradali, i quali molto spesso sono in itinere. Su tale fronte, risulta molto meno ovvia la qualificabilità del singolo infortunio come infortunio su lavoro. Basti dire che 34 dei casi di cui sopra risultano ancora in istruttoria, e che, per il momento, soltanto 618 dei 1.104 casi mortali di cui sopra sono stati riconosciuti come infortunio sul lavoro. Tra di essi, l'incidenza dei casi in itinere si attesta al 52%.
Se sul fronte degli infortuni la generalità dei dati appare decisamente incoraggiante, non altrettanto può dirsi sul fronte delle malattie professionali. Qui, la variazione su base quinquennale è un poco confortante + 30%. Sul punto, deve essere peraltro ricordato che il concetto di malattia è meno univoco rispetto a quello di infortunio. Simili variazioni possono dunque essere dovute anche a nuovi e diversi criteri nella diagnosi e nel trattamento delle malattie stesse.
Tra i circa 60.000 casi di malattia professionale accertati nel 2016, circa 1400 casi di patologie asbesto-correlate. L'incidenza numerica è di poco superiore al 2%, ma si tratta in realtà di un dato spaventoso. Ricordiamo infatti che le cifre in questione riguardano le denunce presentate nel 2016, vale a dire i casi appena diagnosticati. Orbene, 25 anni dopo la legge che ha proibito lavorazione e uso dell'amianto vi è ancora spazio per un così alto numero di nuovi casi di patologie asbesto-correlate (tra le quali il gravissimo mesotelioma pleurico), delle quali non per nulla si sottolinea sempre il lunghissimo periodo di latenza.
Venendo agli aspetti meno numerici, la Relazione contiene un capitolo dal titolo quanto mai programmatico: “Quattro intenzioni (guardando al futuro)”. In esso, per l'appunto, quattro paragrafi: “Cambia il lavoro – estendere le tutele”, ispirato alla capacità di adattarsi di keynesiana memoria; “Fare cultura tecnica, un master innovativo”, con progetti di formazione improntati a una crescente internazionalità; “Le start-up”, ove si dà notizia delle attività di investimento in tale settore, cui l'INAIL è stata autorizzata con la scorsa legge di bilancio (legge 232/2016); “Quale governance”, in cui l'Ente interroga se stesso sulla persistenze adeguatezza di quantità e ruoli nei proprio organi di governo.
Come ogni anno, la relazione INAIL si sofferma anche su risultati finanziari ed economici, attività di controllo del rapporto assicurativo, interventi a sostegno di aziende e lavoratori, investimenti, ricerca, pianificazione. Aspetti di nostro minor interesse, per i quali si rimandano i lettori interessati all'edizione integrale del Relazione (con relativa appendice statistica), disponibile online.
fonte: www.sistemasicurezzambiente.it